Lamberto Sposini, colpito da emorragia cerebrale poco prima di andare in onda con La vita in diretta e operato al Gemelli di Roma sempre durante la giornata di ieri, è in buone condizioni.
Secondo varie agenzie, fonti sanitarie del Policlinico parlano di “decorso post-operatorio regolare” con Sposini che “risponde agli stimoli del dolore” durante le visite.
Lamberto Sposini, ricoverato in terapia intensiva, quindi, resterà in prognosi riservata e in coma farmacologico per qualche giorno, prima di conoscere l’entità del danno cerebrale, che sarà possibile in 24-48 ore.
Michele Cucuzza, che insieme a molti colleghi si era recato al capezzale di Sposini subito dopo il ricovero, parla di cauto ottimismo, dichiarando che Lamberto non è più in pericolo di vita:
Non si parla più di pericolo di vita ma di tempi e qualità del recupero. Siamo in una fase di attesa, di cauto ottimismo. A quanto si è saputo ha reagito positivamente ad alcuni stimoli. Ora però è in coma farmacologico e ci resterà ancora qualche giorno. Poi sarà gradualmente riportato alla coscienza, speriamo che il decorso sia totalmente positivo.
Mara Venier, che ha condotto buona parte dello speciale de La vita in diretta, rassicurando i telespettatori, senza sapere, però, la reale entità del dramma che aveva colpito il suo collega, ha voluto chiarire la situazione anche sulla, sciagurata a nostro avviso, decisione di andare comunque in onda:
Sono andata in onda senza sapere che Lamberto stava così male. Mi hanno spiegato che aveva avuto una congestione, mi è stato detto che la situazione era sotto controllo. Non voglio che gli spettatori pensino che sono andata in onda conoscendo le condizioni di Lamberto, perché io non sarei mai andata in onda, non avrei mai potuto. La televisione è importante, la diretta, tutto il resto, ma la vita è un’altra cosa. E’ sacra. In casi come questo bisogna fermarsi.
Nel frattempo, l’Ares fa sapere che l’inchiesta interna per verificare i tempi del soccorso a Lamberto Sposini, che avevano destato molte polemiche, è terminata, dichiarando che l’ambulanza è arrivata 20 minuti dopo la telefonata e che tutta la documentazione è in mano alla Regione Lazio.